L'inflazione dei prezzi è ormai da diversi mesi una realtà con cui dobbiamo convivere di giorno in giorno. Attualmente il calcolo del tasso di inflazione medio annuo in Italia nel 2022 è di 5,6%, per farvi capire meglio il dato, solitamente negli ultimi anni il tasso si è sempre aggirato intorno all'1 o 2%: un tasso così alto non si vedeva da circa 30 anni! (fonte: www.rivaluta.it)
Quello che preoccupa di più gli italiani, però, è che questo dato per il momento non è destinato a scendere, nel corso dei primi mesi del 2022, infatti, è sempre aumentato e secondo le stime preliminari dell'Istat, questo indice su base annua aumenterà fino al 6,2%.
Ma cos'è è aumentato soprattutto? L'aumento dell'inflazione è dovuto prevalentemente ai prezzi dell'energia, del carburante, del gas e delle materie prime. Si tratta quindi di una inflazione “importata” e non è sinonimo quindi di un aumento della domanda di consumi interni come l’uscita dalla pandemia poteva far sperare. Essendo tutte queste delle spese indispensabili nella vita di tutti i giorni, sia per le famiglie che per le aziende, tutti ne abbiamo risentito, nessuno escluso.
Facciamo un semplice esempio, decidiamo di cucinare una semplice pastasciutta per pranzo. Andiamo al supermercato e notiamo che il pacco di pasta ha subito un rincaro dovuto a:
- l'aumento del grano necessario per produrla,
- l'aumento dell'energia necessaria per far funzionare lo stabilimento produttivo,
- l'aumento della benzina utilizzata dai camion per il trasporto delle materie prime agli stabilimenti produttivi e del prodotto finito al supermercato.
Ecco, quindi, che la somma di tutti questi aumenti ha fatto aumentare il costo del pacco di pasta. Inoltre, se per andare al supermercato hai utilizzato la macchina, anche andare al supermercato ti è costato di più rispetto all'anno scorso. Se sommiamo a questo il vertiginoso aumento delle bollette delle nostre utenze, più che raddoppiate, l’aggravio sul portafoglio delle famiglie italiane diventa notevole.
Chi ha sentito di più il peso dei rincari è stato soprattutto il consumatore finale perché, mentre le aziende hanno aumentato il costo del prodotto finale per riuscire a contenere l'aumento dei costi produttivi, le famiglie, ovvero il consumatore finale, hanno dovuto assorbire il prezzo di tutti questi rincari stando più attenti a cosa acquistano e cercando di contenere il più possibile i consumi. Molto spesso, nei beni materiali di uso quotidiano, ciò a cui si rinuncia per cercare di risparmiare è la qualità dei prodotti che spesso si unisce non solo ad un concetto di bontà del prodotto ma anche ad un concetto di sostenibilità. Negli ultimi anni infatti stiamo andando verso un'economia green e sostenibile, attuare tutte le azioni che ci portano a ridurre le emissioni e l'inquinamento ha però un costo che normalmente si riversa sul prodotto finale, se però non siamo più disposti a sostenere questo costo il processo si interrompe e si ritorna a vecchi metodi di produzione più economici e più inquinanti.
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